Parola d’ordine: Km0
La spesa a kilometro zero. È come se tutti ci fossimo dimenticati che fino a pochissimo tempo fa facevamo la spesa dal fruttivendolo sotto casa, dal macellaio di fiducia, e nel piccolo negozio di alimentari all’angolo. Il panetterie sfornava il pane che serviva a soddisfare la gente del quartiere senza sprechi inutili, dal fruttivendolo i broccoli si trovavano solo in inverno e le fragole solo in primavera, e spesso, se le condizioni del mare erano proibitive, dal pescivendolo c’era poca scelta.
Se oggi entriamo in un centro commerciale veniamo praticamente sommersi dalla quantità di prodotti alimentari presenti: dal reparto del pesce agli scaffali colmi di prodotti confezionati, dal banco dei formaggi e dei salumi al reparto ortofrutta, passando per la macelleria.
Sapete tutta questa scelta cosa implica? Una recente inchiesta ha messo in luce come in Italia i prodotti alimentari di un pasto medio consumato a tavola hanno viaggiato per oltre 1900 chilometri. Ha senso abbinare l’arrosto con un vino australiano che per arrivare a casa nostra ha percorso oltre 17.000 chilometri, consumendo 10 kg di petrolio ed emettendo circa 30 kg di anidride carbonica?
Ritorno al passato
Una riscoperta dei prodotti tipici italiani e la spesa fatta direttamente dai piccoli produttori agricoli stanno attraversando un periodo di forte interesse da parte di noi consumatori e dell’opinione pubblica. Il cibo a km 0 acquistato presso le aziende agricole vicine a noi più fresco a la sua rotazione ci insegna a riscoprire la stagionalità dei prodotti del nostro territorio. Acquistare prodotti locali a kilometro zero consente un risparmio sui costi di trasporto e minor emissione di anidride carbonica, mettendo in luce come la spesa a km 0 sia fondamentale per il sostegno ambientale. Abbracciare la filosofia dei prodotti a km 0 ci consente inoltre di conoscere di persona il produttore agricolo che ci accoglie nel negozio della sua fattoria e ci permette un contatto diretto con l’ambiente, gli animali, i processi e le persone che stanno dietro al formaggio, alla carne, alla frutta e alle verdure che poi consumeremo.
Produttore e consumatore
Dall’incontro diretto tra produttore e consumatore si ottengono così risultati davvero fantastici. Il contadino può vendere i prodotti tradizionali della sua fattoria, tipici del territorio in cui vive e lavora; mentre il consumatore cha fa la spesa a km 0, dal canto suo, sa di comperare merce freschissima, che non ha subito rincari o alterazioni dovute al trasporto.
Con questo modo di fare la spesa impariamo inoltre a conoscere la stagionalità e la tipicità dei prodotti, divenendo dei consumatori consapevoli e preparati. In conclusione possiamo dire che l’agricoltura a km 0 e la spesa a kilometro zero sono una filosofia di consumo ecosostenibile; le aziende agricole aprono le porte delle loro fattorie ai consumatori dando la possibilità di poter acquistare prodotti genuini e di prima scelta senza dover passare per forza attraverso intermediari.
Siamo tutti profondamente convinti dell’importanza di un ritorno al consumo dei prodotti di stagione, senza più accettare passivamente le scelte che ci vengono imposte dalle multinazionali e dalle grandi catene di distribuzione. Vogliamo promuovere l’importanza di leggere attentamente la provenienza dei prodotti che consumiamo e di preferire, quando è possibile, la spesa diretta dal produttore. Dal produttore al consumatore la distanza è uguale a ‘zero’.